21 febbraio 2006

La pace finta




Per tornare in albergo attraversiamo il “km 4”, il nuovo centro di Mogadiscio, passando sotto l’”arco di trionfo popolare”, ricordo della colonizzazione italiana. Un tempo che sembra molto lontano e che qui in Somalia, nel bene e nel male, rimpiangono. Come questo vecchio capo tribu’, due volte deputato, Hassen Mukhtar Malaq, qualcosa come 102 anni, tanti ricordi, poche speranze. “Ricordo tutti gli italiani,soprattutto il governatore Bernardelli. E poi Giacco, Zocaro, Corsi. Con voi si stava bene. L’Italia e’ l’unico paese che ha capito e amato la Somalia. E anche adesso solo l’Italia puo’ aiutarci a uscire dalla crisi. Ci puo’ aiutare direttamente e soprattutto convincendo l’Europa a intervenire. Bisogna disarmare i signori della guerra”.
Da troppi anni si tenta inutilmente di trovare una soluzione a questa sanguinosissima guerra fra clan. Mentre stiamo in Somalia ci arriva notizia di uno scontro a Gagludud, a nord di Magadiscio, fra la tribu’ dei Dir e quella dei Marehan: 86 morti in due giorni, altrettanti i feriti. Negli stessi giorni e’ ripresa a Nairobi la conferenza di pace. L'ennesimo tentativo inutile. Una pace finta che come al solito durerà pochissimo.

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