
Per tornare in albergo attraversiamo il “km 4”, il nuovo centro di Mogadiscio, passando sotto l’”arco di trionfo popolare”, ricordo della colonizzazione italiana. Un tempo che sembra molto lontano e che qui in Somalia, nel bene e nel male, rimpiangono. Come questo vecchio capo tribu’, due volte deputato, Hassen Mukhtar Malaq, qualcosa come 102 anni, tanti ricordi, poche speranze. “Ricordo tutti gli italiani,soprattutto il governatore Bernardelli. E poi Giacco, Zocaro, Corsi. Con voi si stava bene. L’Italia e’ l’unico paese che ha capito e amato la Somalia. E anche adesso solo l’Italia puo’ aiutarci a uscire dalla crisi. Ci puo’ aiutare direttamente e soprattutto convincendo l’Europa a intervenire. Bisogna disarmare i signori della guerra”.
Da troppi anni si tenta inutilmente di trovare una soluzione a questa sanguinosissima guerra fra clan. Mentre stiamo in Somalia ci arriva notizia di uno scontro a Gagludud, a nord di Magadiscio, fra la tribu’ dei Dir e quella dei Marehan: 86 morti in due giorni, altrettanti i feriti. Negli stessi giorni e’ ripresa a Nairobi la conferenza di pace. L'ennesimo tentativo inutile. Una pace finta che come al solito durerà pochissimo.
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