19 luglio 2007

Uccisi mentre giocavano a pallone

Cinque adolescenti – tre fratelli e due loro amici secondo alcuni testimoni – sarebbero rimasti uccisi oggi quando colpi di mortaio hanno colpito una zona densamente abitata della capitale Mogadiscio non lontana dal centro. La MISNA lo ha appreso da fonti di Radio Shabelle. Abdiwahab Ogli, un abitante della zona, ha detto all’emittente che i cinque ragazzi – tre fratelli e due loro amici - sarebbero morti mentre giocavano a calcio nel quartiere di Shibis, non lontano dalla sede dove stamani si è aperta la Conferenza di pace, che poi è stata aggiornata dopo qualche ora. Fonti locali contattate dalla MISNA confermano che numerosi colpi di obice sono state sparati in queste ore. Ali Mohalim Mohamed, direttore amministrativo dell’ospedale Medina di Mogadiscio, ha detto alla MISNA che da stamani sono stati ricoverati 15 feriti, tra cui una bambina di un anno e mezzo; tra loro, 5 sono particolarmente gravi. Altre quattro persone sono rimaste coinvolte nell’esplosione di due granate contro una postazione delle milizie governative nel quartiere di Bar Ubah. Altre fonti contattate per telefono a Mogadiscio riferiscono che centinaia di civili hanno iniziato ad abbandonare la zona abitata intorno al mercato di Bakara, dove da ieri sera sono in corso violenti combattimenti tra le milizie governative e gruppi armati considerati vicini alle Corti islamiche ma composti anche da diversi clan contrari al governo. Il rischio è quello di un nuovo esodo di civili dopo gli scontri violenti dei mesi scorsi che provocarono – secondo l’Onu – oltre 300.000 sfollati.

11 luglio 2007

Chiusa l'inchiesta su Ilaria Alpi

La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'ultima inchiesta sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo del '94, a Mogadiscio. In base all'atto firmato dal neo procuratore aggiunto Franco Ionta non e' possibile accertare altre responsabilita' penali oltre a quelle di chi e' stato giudicato. E cioe' il miliziano somalo Hashi Omar Hassan, condannato a 26 anni di reclusione per il delitto. I genitori di Ilaria: “Siamo offesi, delusi e amareggiati”.

09 luglio 2007

Ritorno in Somalia


Mogadiscio. In viaggio da Nairobi a Mogadiscio per consegnare quasi tre tonnellate di farmaci all'ospedale pediatrico "Sos Ogeiysiis" che non ha mai cessato di curare donne e bambini nei sedici anni di guerra civile in Somalia. I medicinali sono stati raccolti dal Cesvi e dall'associazione "Ilaria Alpi". Fuori di qui suor Leonella Sgarbati fu uccisa, lo scorso 17 settembre. Poca la gente che circola per le strade della capitale. Gli sfollati sono centinaia di migliaia, i campi profughi punteggiano ai lati delle strade. Estenuanti le file per approvigionarsi d'acqua, i mercati sono gli unici posti frequentati. Per questo sono nel mirino dei terroristi, che, con le loro bombe nascoste tra i rifiuti, uccidono donne intente a fare le loro misere compere. Ma sotto tiro ci sono anche gli esponenti del governo sostenuto dagli etiopi. "La situazione dell'ordine pubblico a Mogadiscio sta migliorando moltissimo, giorno dopo giorno" dice il ministro dell'Interno Mohamed Mohamud Guled . Le dichiarazioni del ministro stridono, però, con la realtà dei fatti. La nostra visita continua, impossibili le condizioni igieniche del macello, una bomba batteriologica che rischia di infettare tutta la città. Per la prima volta una telecamera entra nel carcere di Mogadiscio, costruito nel 1910 dagli italiani. Poteva ospitare fino a 1800 detenuti, oggi, invece, i carcerati ospitati sono 188 complessivamente. Qualche detenuto cerca di parlarci, ma una porta d'acciaio si chiude inesorabile. Enzo Nucci Tg1 Nell’inferno di Mogadiscio