20 aprile 2007

Mogadiscio, la città fantasma


Mogadiscio - Circa 100.000 nuovi sfollati in fuga da Mogadiscio si troverebbero senza alcuna assistenza, secondo quanto riferito da Laroche, che ha accusato il governo di transizione somalo e le truppe etiopi di non collaborare nell'assistenza alla popolazione: lo scorso 7 aprile, anzi, un convoglio umanitario composto da 40 camion sarebbe stato bloccato a pochi km da Mogadiscio e costretto a tornare indietro. Mentre nelle città meridionali, come Kismayo e Baidoa, le Nazioni Unite sono riuscite a organizzare alcune basi da cui dare assistenza ai civili, Mogadiscio rimane isolata, intrappolata nella morsa della violenza. I circa 1.500 berretti verdi dell'Unione Africana, avanguardia di una missione di peacekeeping che dovrebbe arrivare a contare 8.000 uomini, possono fare ben poco, presi come sono dal fuoco incrociato tra etiopi da una parte e milizie claniche dall'altra: ieri, nuovi combattimenti sono esplosi nella zona del palazzo presidenziale, colpita da proiettili di mortaio a cui i soldati etiopi avrebbero risposto, secondo testimoni oculari, sparando indiscriminatamente sui civili. I morti sono almeno venti, i feriti molti di più. Gli ospedali della capitale ormai da settimane non riescono a far fronte all'emergenza. Le Nazioni Unite hanno reso noto che serviranno almeno 260 milioni di dollari per assistere i civili, ma senza la cooperazione delle autorità somale gli aiuti non potranno mai giungere a destinazione. Matteo Fagotto PeaceReporter

1 commento:

Pino Scaccia ha detto...

Proiettili di mortaio sono caduti si Mogadiscio tutta la notte e ancora questa mattina, facendo altre vittime civili e inducendo centinaia di persone ad abbandonare la capitale somala in quello che è il più grande esodo di massa dal 1991, quando cadde la dittatura. "Ci sono molti morti. Io ora trasporto i corpi dei membri di due famiglie con la mia auto", ha detto ai giornalisti uno dei residenti ancora visibilmente sconvolto. Gli scontri in corso da mercoledì tra le truppe somale affiancate dai soldati di Addis Abeba e gli insorti islamici hanno ucciso almeno 131 persone - secondo stime odierne di un gruppo per i diritti umani - ma dopo i bombardamenti di questa notte il bilancio è destinato sicuramente ad aggravarsi. In analoghi combattimenti durati quattro giorni nel marzo scorso morirono oltre mille persone. Le Nazioni Unite dicono che 321 mila persone, un terzo circa della popolazione stimata di Mogadiscio, ha abbandonato la città da febbraio, in quella che le organizzazioni di aiuto definiscono una catastrofe umanitaria