02 luglio 2006

Mogadiscio, tredici anni fa

Mogadiscio, 2 luglio 1993. Sono passati 13 anni dalla tragica battaglia che i soldati italiani hanno combattuto contro i miliziani del generale Mohamed Farah Aidid. Morirono tre militari e altri 22 rimasero feriti. Fu il primo combattimento dell’esercito italiano dopo la seconda guerra mondiale. Probabilmente, si scoprirà parecchi anni dopo, a quella battaglia parteciparono miliziani islamici, già da qualche tempo attivi in Somalia. La zona dell’ex pastificio, fin d’allora distrutto, infatti, è vicina a quello che è sempre stato il quartiere più tradizionalista della capitale dove, tra l’altro, sorgeva quel cimitero italiano catturato e devastato il 15 gennaio 2005 dalle milizie islamiche di Adan Hashi Farah “Aeru” , quello che ora appare il comandante militare islamico più radicale, forte e determinato. Il campo santo è stato trasformato in campo d’addestramento per i miliziani fondamentalisti, con annessa moschea. Corriere.it

Così muore un reporter


Un cameraman e fotografo freelance svedese è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco a Mogadiscio, mentre seguiva una manifestazione organizzata dalle Corti islamiche. Si chiamava Martin Adler e viveva a Vaesteraas, a ovest di Stoccolma. Lavorava, tra l'altro, per la televisione britannica Channel 4, ma questa volta era a Mogadiscio per il quotidiano svedese 'Aftonbladet'. Lascia la moglie e due figlie. Aveva 42 anni. La Torre di Babele

Adesso comandano gli islamici

Mogadiscio è caduta. Le milizie islamiche all'alba hanno preso il controllo della capitale somala. Dopo lunghe trattative che sono durate tutta la notte, il comandante Gram Gram, capo degli irregolari del signore della guerra Mohammed Qanyare Afrah si è arreso senza combattere e ha consegnato alle Corti Islamiche 25 veicoli e soprattutto, l’aeroporto di Dainyle. Gli uomini di Gram Gram hanno deciso di arrendersi per evitare un bagno di sangue e soprattutto dopo che Qanyare, vista le continue batoste prese dai suoi amici dell’Alleanza per la Restaurazione della Pace e contro il Terrorismo, era scappato dalla sua residenza, e si era rifugiato a Johar. Corriere.it